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ABORTO/ IL GARANTE SUL CASO GENOVA: DONNE HANNO DIRITTO A PRIVACY

Il monito dell'autorità: anche se indagate devono essere tutelate

Sono otto le donne indagate a Genova coinvolte nell'inchiesta sugli aborti clandestini, donne che si sono rivolte al ginecologo suicida Ermanno Rossi, e tra cui spunta il nome di un personaggio celebre sulla cui identità si rincorrono le supposizioni. Sui nomi delle donne il pm Sabrina Monteverdi ha ordinato la massima riservatezza e ora è intervenuto anche il Garante della Privacy con un severo monito. "Anche se indagate, le donne che hanno effettuato interventi di interruzione della gravidanza hanno diritto alla tutela della loro sfera più intima", ha sottolineato il Garante.

Il Garante privacy richiama - si legge nel comunicato - con forza tutti i mezzi di informazione al rispetto delle norme sulla riservatezza e delle regole dettate dallo stesso codice deontologico dei giornalisti, invitando ad evitare - nella legittima informazione sulla vicenda - un morboso accanimento mediatico e ad astenersi dal rivelare i nomi delle donne, le quali, anche se indagate, hanno diritto a vedere tutelati i loro dati sanitari.





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