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Google propone standard minimi per la privacy globale

Oggi il responsabile di Google in tema di privacy, Peter Fleischer, proporrà all'Unesco standard globali minimi per proteggere la privacy nell'era di Internet.



"Finora la privacy è stata protetta da regole nazionali, con Internet i confini sono spariti ed è diventato necessario un coordinamento internazionale" spiega Fleischer.



L'iniziativa di Google è più che mai opportuna, dopo il fuoco incrociato che ha colpito il motore di ricerca primo al mondo perchè è additato come un'enorme banca dati a rischio di violazione della privacy di tutti gl utenti di Internet.



Ieri Google ha rifiutato di farsi coinvolgere nella lotta al terrore censurando parole come "bombe" o "genocidio", proposta venuta dal vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, perchè "Google è contraria alla censura della ricerca, bisogna bloccare i contenuti illegali alla fonte affinchè non vengano pubblicati, ma una volta pubblicati i cittadini hanno il diritto alla libera ricerca e non si può chiedere ai motori di fare i censori" spiega Fleischer.



Ecco in sintesi la proposta Google all'Unesco.



"Il numero delle informazioni raccolte ed immagazzinate dai nuovi mezzi tecnologici è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, di pari passo con lo sviluppo di Internet. I nostri spostamenti sono tracciati dai telefoni cellulari, telecamere a circuito chiuso ci video registrano mentre facciamo acquisti.
Per questa ragione, la percezione degli utenti di questi mezzi tecnologici (siano essi internet based o non) è che la propria privacy sia limitata.
Le leggi nazionali in materia di privacy non sono più sufficienti per affrontare questo fenomeno.


Per ragioni sia giuridiche che culturali la normativa vigente in un Paese non è applicabile al territorio di un altro.

Tutto questo è amplificato dalla natura 'globale' del mezzo Internet.
Inoltre, molti Paesi non dispongono del tutto di una regolamentazione: 3/4 delle Nazioni del mondo non hanno una legge sulla privacy.
A fronte di questa situazione, Google si fa portavoce di una richiesta di autoregolamentazione finalizzata a creare degli standard per la tutela della privacy con valore internazionale, che rappresentino il frutto di una visione condivisa tra le diverse Autorità competenti e le aziende che operano su Internet.
Tutto questo sotto sotto l'egida di un organismo internazionale, le Nazioni Unite.



Secondo Peter Fleischer, Google Global Privacy Counsel, questo nuovo sistema di autoregolamentazione in tema privacy potrebbe prendere spunto dalle recenti iniziative proposte dall'Asian-Pacific Economic Co-Operation Forum.
A fondamento di queste vi è la centralità dell'utente-individuo e una politica di trasparenza dell'informazione in relazione al trattamento dei dati personali, finalizzata ad ottenere un consenso informato.

L'obiettivo è permettere che siano gli utenti a decidere in modo consapevole che servizi usare e quali conseguenze questo comporti per la propria privacy."



... da lastampa.it




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