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Il web tra etica e regolamento: adesso c’è il provvedimento

Il datore di lavoro non ha più bisogno di basarsi sull’etica e il buon senso per redigere un regolamento interno che regoli l’utilizzo della navigazione in Internet e della posta elettronica, adesso con il provvedimento del primo marzo emesso dal Garante la strada è obbligata.



E’ una partita in cui la posta in gioco è molto alta, da una parte l’interesse aziendale spinge per avere un controllo il più esteso possibile sull’operato del dipendente per tenere alta la sua produttività e per evitare fughe di informazioni al di fuori della struttura, dall’altra la richiesta dei dipendenti di tutela dei propri dati personali trattati tramite il web.



Quello che emerge dal provvedimento risulta una conseguenza naturale di quanto finora è stato fatto sulla privacy, ovvero il divieto all’azienda di attuare controlli, dichiarati e non, che prevedano il trattamento dei dati dei dipendenti in modo sistematico.



Il Garante però ha indicato le soluzioni idonee per non bloccare le improrogabili necessità legate all’attività dell’azienda consentendo che i dipendenti possano delegare ai propri colleghi il trattamento dei loro dati, al verificarsi di determinate condizioni, ritenuti rilevanti per lo svolgimento dell'attività lavorativa.
Un suggerimento per il datore di lavoro potrebbe riguardare l’inserimento nel codice disciplinare interno adottato del divieto di utilizzare la connessione ad Internet e la posta elettronica per fini personali elencando i comportamenti vietati e le corrispondenti sanzioni in caso di violazione.



Infatti la connessione ad Internet e l’indirizzo e-mail aziendale costituiscono pur sempre degli strumenti di lavoro che l’imprenditore affida ai dipendenti solo ed esclusivamente al fine di esercitare le mansioni loro affidate.

Quindi se rispettato da entrambe le parti il provvedimento del Garante, anche tramite il sempre più indispensabile regolamento interno, la privacy si rivelerà non certo di impedimento nello svolgimento dell’attività lavorativa, al contrario si tratterà solo di rispettare determinate procedure che con il tempo diventeranno abitudini alle quali nessuno vorrà più rinunciare.



Provvedimento del 1° marzo del Garante




a cura di Michele Targetti




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